Edoardo Velli – Drums
Andrea – Guitars, Vocals (backing)
Manuel – Guitars, Vocals
William – Bass (Fretless)

Ho voluto mettere subito in evidenza i quattro killer autori di questo “XLIX”, seconda fatica discografica sul lungo termine di questo combo romagnolo. Se non avessi visto la provenienza della band avrei scommesso su tutt’altra provenienza, magari USA o Nord Europa, per lo stile che si pone un po’ a metà strada tra le due scuole, ma anche per una produzione letteralmente devastante di cui questo album gode. Non che in Italia non ci siano dei prodotti di altissima qualità, ma capita un po’ meno di imbattersi in prodotti quasi perfetti, come lo è questo album.

La band adotta una formula votata alla velocità, alla pesantezza. Lo fa con riff ispirati e allo stesso tempo mai scontati, e con una sezione ritmica da urlo che riesce a valorizzare ogni singolo passaggio dell’album. Abbiamo anche quel qualcosa in più che può dare un basso fretless, come da copione di molte band dedite alle forme più ricercate di death metal. E infine c’è il vocione imponente di Manuel, il quale è anche chitarrista. Una di quelle voci che stanno al death metal come il sole sta all’estate, ovvero perfettamente.

I pezzi che mi hanno impressionato di più sono quelli compresi tra la seconda The Prince Is Here fino alla quinta Ishnigarrab, or the Awful Offspring of the Goat, canzoni in grado davvero di fare la differenza e di lasciare il fumo dietro di loro. Tante band non potranno mai arrivare ai livelli compositivi dei Crawling Chaos. I motivi sono molteplici, ma in realtà il tutto è riassumibile nel fatto che questa preparazione musicale e queste capacità ce le hanno solo i fuoriclasse. Per dire, Ronaldo è un campione, ma non raggiungerà mai Maradona, perchè non è un fuoriclasse. Ecco, i Crawling Chaos, almeno nel loro genere, sono dei fuoriclasse. E chiudo qui la recensione. Ora tocca a voi dargli una possibilità, che per me è obbligatoria.

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